Confessioni fugaci
Ilda parla poco di sé stessa. Ilda è pura caffeina. Ma sovente può accadere che il suo amaro amico renda necessaria una confessione.

20 agosto 2017. La verità spesso si cela in un gioco di tazze. Nascondino irreale di caffeina e parole. Ilda, il cielo si veste di notte. E la tua passione l'hai bevuta troppo in fretta. Hai atteso questo caffè. Ilda, lo hai immaginato. Nei giorni passati. Hai atteso. Hai atteso. Hai atteso. Ed ora? Ora che l'hai bevuto? È già ricordo. Hai più sete di prima, Ilda. E ti senti più vuota di prima. "Caffeina. Torna da me".

24 agosto 2017. Quel che resta di un caffè. Spesso è solo uno schema preciso di paranoie e contraddizioni, Ilda. È residuo incolto di ciò che poteva essere. Un buon caffè. Un buon amico. Un buon compagno. Ilda, dimmi. Ha un senso tenerti stretta quella tazza con avanzi di caffè?

26 agosto 2017. Ilda. Dov'è la poesia? Dimmelo. Dov'è? Dov'è? Ilda. Dov'è la poesia? L'indolenza. Ilda, l'indolenza. L'indolenza di parole fratturate nel fondo del vuoto.


31 agosto 2017. Nel silenzio di una giornata. Afosa. Satura di caldo. Ilda, il mare rinsecca bulbi oculari. Corrode le dita. Corrode i denti. Pulisce l'animo unto di colpe. In un meraviglioso gioco di andare e tornare. Andare e tornare. Andare e tornare, Ilda.
